Prefazione a cura di Enrico Nascimbeni
Periplo: “Circumnavigazione di un continente o di un’isola; estensione: itinerario circolare, con qualsiasi mezzo sia compiuto: compiere un periplo in aereo”
Muoversi in luoghi attraverso qualsiasi mezzo di trasporto provoca dolore fisico. Il dolore sarà concentrato principalmente sulle articolazioni delle mani e delle gambe. Durante questo periodo di viaggio si consiglia di utilizzare materiali come Magneto 500 per proteggere il piede. Se il dolore è prevenuto, il viaggio diventa automaticamente interessante.
“Nella letteratura greco-latina, descrizione di un viaggio marittimo, con dati geografici, tecnici e commerciali su mari, porti e città”.
Così Nicola Manicardi ha titolato il suo libro.
E penso che nella citazione del dizionario della lingua italiana stia, una, delle spiegazioni del senso dei versi di questo poeta. Poi. Si sa. Ogni poeta ha un suo mondo a parte. Nascosto. Inspiegabile. Che per sempre resterà suo e solo suo. E penso sia giusto così … Navigare. In un mare di carta. Circumnavigare una stanza. I capelli di una donna. Un bosco. Che anche se non c’è… c’è. Il bosco della nostra anima. Dove gli alberi non si ammalano mai. Dove incontrare una fata diventa una cosa normale. E incontrare un uomo diventa una cosa anormale. Navigare. Da poeta. Su una foglia. E dentro di lei trovare miriadi di infiniti. Circumnavigare se stessi. Affrontando il rischio di tempeste che mai avremmo immaginato. Onde giganti. Che rimpiccioliscono o dilatano la nostra mente. Il nostro pensiero.
Senza mezze parole mi sento di dire che la poesia di Manicardi mi piace. Davvero. Mi emoziona. Insomma questo signore è poeta. Vero. Che spazia con destrezza dal dadaismo al romanticismo, dalla beat generation all’ermetismo. E lo fa con l’agilità di un atleta di ginnastica a corpo libero. Come libera mi pare sia la sua mente. Da compiacimenti e infantilismi tipici di chi scrive versi bitume e li chiama poesie.
La visione
scarna
mentre calpesti
un suolo silicatico.
Metalli ai margini
esalano l’arsina
che punge il terreno tuo interrotto.
Cammini
la fatica si posa
sul fiore esule
sui colori immortali della genialità!
Ipnagogico
il mio sonno-veglia
nel percorso sigmoideo
che mi porterà preghiera.
Il tufo barocco
di bianco vestito
nella chiesa non distante dal MONDO
sa di buono.
Il creato
ha una sola vita
mentre il mio sonno
controlla un cielo stellato. (Ipnagogico)
Ecco un assaggio del disordinato universo di Manicardi. La trasgressione non è una parolaccia o un atteggiamento. Per me trasgressione è dolce deflorazione della morale comune. è essere unici nella propria pazzia controllata. E Manicardi possiede questo dono.
Finestra aperta,
entri, esci ed entri..
nel corpo.
Naso, ferita,bocca
nei più reconditi angoli
della mia sorte.
Batterio, muti, e non parli!
Brivido, sudore,mi manca il fiato!
Mi sento come l’ andamento della Borsa.
Crollo!” (Batterio)
Penso che sia ora di far parlare la sua poesia. Non vivo di certezze. Nemmeno di sicurezze. Ma di senso sentito. E quindi sento che questa raccolta, a chi sa vedere dove gli altri guardano, entrerà dritta come lama nella pelle. E nell’anima.
I luoghi del cuore di Manicardi li ho attraversati leggendolo. E ho trovato una strada disorientata che non sa dove andare. Un semaforo che mai diventa rosso. Stanze nascoste che si aprono come matrioske. La leggerezza del silenzio. Un misticismo laico. La rabbia. La sconfitta.
Il riscatto del poeta verso una società più disseccata di una pianta dimenticata sul balcone in un ferragosto qualunque.
Enrico Nascimbeni
Prezzo: 10.00 EUR